Paura

La paura

La paura è l’emozione che proviamo di fronte ad uno stimolo specifico, chiaramente identificabile, che ci suggerisce la possibilità di essere in pericolo.

Paura e ansia sono spesso confuse in quanto strettamente legate: l’ansia, a differenza della paura, si genera di fronte ad uno stimolo meno prevedibile, ambiguo, con un potenziale nocivo a bassa probabilità3.

Immaginiamo, ad esempio, di trovarci in montagna. Stiamo tranquillamente camminando lungo il nostro percorso di trekking, quando improvvisamente incontriamo un orso. In questo caso, proveremo probabilmente paura.

Se invece, camminando, sentiamo dei fruscii, dei rumori sospetti, che potrebbero essere generati sia da un orso (un animale aggressivo) che da un uccellino (un animale assolutamente innocuo), proviamo ansia3.

Proviamo paura, quindi, quando ci troviamo di fronte a stimoli vicini, specifici e chiaramente identificabili, che generano conseguenze altamente nocive prevedibili3.

La funzione della paura nella nostra storia evolutiva è quindi chiaramente quella di proteggerci da stimoli pericolosi: si attiva il nostro sistema nervoso simpatico, che genera la risposta di attacco o fuga, in base alle valutazioni del pericolo che abbiamo di fronte a noi3.

Questa valutazione deve essere necessariamente velocissima: quando agiamo su impulso della paura, non abbiamo il tempo di ponderare attentamente quale comportamento ci salverà la vita, lo mettiamo in atto direttamente. A volte non siamo nemmeno in grado, a posteriori, di ricordare con precisione come siamo arrivati a quella scelta1.

Qualche anno fa ero in vacanza in una bellissima isola della Croazia. Avevo letto sulla guida del posto che sull’isola poteva capitare di incontrare delle vipere, nascoste fra le fessure dei muretti a secco. Un giorno camminavo su un sentiero particolarmente sperduto, ad un’ora di cammino dal primo villaggio abitato (dove comunque non c’erano né un ospedale né una farmacia). Improvvisamente, da un muretto a secco è uscito un serpente. Ho cacciato un urlo e sono corsa via. I miei compagni di viaggio, ridendo, mi hanno fatto notare che non poteva essere una vipera, perché era nera, e non aveva la caratteristica forma “a punta”, ma era molto più probabilmente una semplicissima biscia, e che sicuramente si era spaventata molto più di me in quel momento!

Questo è un esempio di come le nostre emozioni vengono processate molto velocemente. Non ho avuto il tempo di analizzare i dettagli della fisiologia del serpente e richiamare la tassonomia che avevo studiato (male, probabilmente): la mia mente ha solo percepito qualcosa di simile ad una vipera e mi ha fatto agire di conseguenza. 

E ho anche potuto sperimentare tutte le reazioni fisiologiche della risposta attacco/fuga: il sangue si dirige verso le gambe, per permettere una fuga più veloce, e di conseguenza diventiamo pallidi in volto. Il battito cardiaco aumenta.

Sfortunatamente, possiamo imparare ad avere paura di qualsiasi cosa, nella misura in cui possiamo imparare che quella cosa per noi può essere nociva.

Tratteremo più approfonditamente i casi in cui la paura arriva ad esserci così nemica da affliggere la nostra vita quotidiana in modo significativo: si parla in questo caso di fobie specifiche.

BIBLIOGRAFIA

  1. Ekman, P. (2003). Emotions Revealed: Understanding Faces and Feelings. Weidenfeld & Nicolson.
  2. Goleman, D. (1996). Intelligenza Emotiva. Rizzoli.
  3. Lenc, H.C. (Ed.) (2018). The Function of Emotions. When and Why Emotions Help Us.
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© 2024 Marta Andreola
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